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un matrimonio difficile..

Essere pianisti ; cosa si nasconde dietro o meglio dentro chi siede al pianoforte proponendo ad un pubblico le proprie interpretazioni..
Le risposte sono tutt' altro che univoche, non di rado in contraddizione tra loro.
Ogni pianista ha cercato una strada da percorrere, attraverso il contatto con insegnanti , musicisti, sfogliando testi di didattica, ascoltando numerose esecuzioni in concerto o in disco.
E' una storia personale, un' avventura..
Ma ogni pianista rimane comunque se' stesso, con la propria unicita' di individuo e la propria sensibilita' musicale..
E' nella fusione, in questa parola che considero piu' di ogni altra esemplificativa, che si puo' definire, inquadrare a mia veduta, il significato di "diventare pianisti".
Ritengo cioe' che il lungo processo che porta un' allievo talentuoso a trasformarsi nel tempo in buon esecutore sia il frutto di un "matrimonio difficile"..
Ragionando a livello piu' pratico, quasi matematico, si tratterebbe di una fusione non semplice di due grandi insiemi. Diversi nel contesto ma assolutamente bisognosi l' uno dell' altro.
Il primo insieme si compone di due elementi : "pianismo" e "fare musica".
Il pianismo e' come un settore specifico di problematiche strumentali da risolvere e risorse da sfruttare al meglio. 
La qualita' e il controllo del suono in primis, l' utilizzo di tutto cio' che non e' solo dito ma quasi ogni parte di tutto l' arto, l'uso sapiente dei pedali.. Ed altri aspetti sempre legati allo strumento.
Il fare musica e' un universo comune ad ogni strumentista, composto da molti elementi ognuno dei quali necessita di pazienti approfondimenti ; la scelta cruciale del tempo e come poi gestire con equilibrio il ritmo. La scelta del suono in relazione al carattere che si decide di assegnare al brano o anche ad ogni singola frase. Come vivere il fraseggio, come scegliere di interpretare uno stile, un periodo storico, e da quale angolo "vedere" la personalita' di un compositore..
Allora pianismo e fare musica sono come due sottoinsiemi di nozioni e concetti da indagare, scoprire, capire, che formano un primo insieme. Un insieme che pero' deve integrarsi, compensandosi, con un altro. 
Quello che fa emergere, affiorare comunque il proprio carattere
 e la soggettivita' musicale.
Cio' che fa essere pianisti mai uguali ad altri..
Ecco la ragione del matrimonio difficile, un pianismo celebrale e intellettuale unito alla inafferrabile sfera emotiva e sensibilita' musicale di ognuno.
E' una fusione grande, faticosa questa, che in certi momenti, in certe giornate e' piu' felice, fluida, mentre in altre risulta inceppata, meno equilibrata. Come a ricordarci che non siamo macchine, ma solo uomini, fortunatamente..
 
Questa e' la mia visione da poter trasmettere agli allievi, da poter confrontare e discutere con chiunque ami il nostro strumento.
Nulla di nuovo poi, o innovativo, soltanto una semplice raccolta un po' organizzata e strutturata di idee e concetti assimilati in tanti anni di studio. 
E di passione..


 

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